La barca ha sempre bisogno di un’estrema cura e di una pulizia approfondita, dentro e fuori. Non è solo per un fattore estetico, che si cura negli angoli più nascosti, ma perché la trascuratezza si paga e anche parecchio. L’aria di mare, ma anche quella dei laghi, attacca le parti in metallo e quelle in legno se la si lascia lavorare ed è importantissimo che questo non accada, ne’ dentro ne’ fuori dalla barca.
Per la pulizia della barca servono strumenti che somigliano molto a quelli che si usano in casa, ma che sono stati studiati apposta per non danneggiarne le superfici particolarmente delicate, soprattutto quelle in legno è quello in resina, che potrebbero subire i graffi se trattata in maniera scorretta. Un po’ per lo stesso motivo per il quale non si sale in barca con le scarpe che usiamo in strada.
Un secchiello è indispensabile su ogni barca per prendere e tenere l’acqua che serve per lavare il ponte, togliere i segni degli uccelli oltre che le macchie lasciate dall’acqua di mare. Serve poi uno spazzolone con setole morbide ed uno medie. Quelle morbide si usano per togliere lo sporco da materiali come gelcoat, vetroresina, teak, vetro e persino lo sky delle sedute sul ponte. Le spazzole medie si usano per le parti in vetroresina antisdrucciolo ed il teak calpestabile, che sono più robusti.
Serve anche la spazzola a mano con l’impugnatura, che si usa per una pulizia approfondita e per eliminare le macchie più tenaci, come quelle lungo la linea di galleggiamento. Anche in questo caso serviranno setole medie e morbide a seconda del punto. Fa comodo anche un guanto a spugna per trattare piccole parti e per pulire i vetri che inevitabilmente si riempiono di macchie d’acqua.
Conviene avere una certa quantità di spugne più o meno dure e specifiche, perché hanno un’infinità di applicazioni. Visto che non costano molto conviene fare scorta perché tendono a consumarsi rapidamente. Per una pulizia delle parti esterne si usano poi le manichette dell’acqua, che conviene avere in barca e che si attaccano alle tubature presenti nei moli e sono indispensabili per sciogliere lo sporco.
Dentro una barca difficilmente poi useremo la scopa, per via della scomodità e perché nelle cabine, il pavimento è in legno oppure coperto di tappeti o di moquette. È più pratico avere sotto mano un piccolo aspiratore a batteria che permette di rimuovere lo sporco e la polvere prima che si accumuli.
Sulle imbarcazioni, specie quando non sono al rimessaggio, è bene non usare detergenti aggressivi o schiumosi. A parte il fatto che spesso si dovrà usare l’acqua di mare, soprattutto in navigazione, che non va molto d’accordo con i saponi, dal punto di vista della resa, è sempre bene usare saponi che abbiano un impatto tollerabile sulla natura. I materiali delle barche sono di per se delicati, e non tollerano bene i detergenti troppo aggressivi. In molti casi conviene usare ammoniaca diluita in acqua, e spesso acqua e aceto che sciolgono bene le incrostazioni se non troppo indurite e lasciano la superficie lucida, permettendo al pulito di restare tale a lungo.
In ogni caso, vista l’umidità che necessariamente si trova sempre intorno alle barche, si tratta si solito di garantire una giornata al massimo di durata del pulito. Per l’interno invece le cose sono leggermente differenti, perché la pulizia coinvolge materiali molto costosi e delicati. Si usano sempre detergenti a basso impatto, preferendo quelli spray per trattare le macchie sul posto, ed il vapore, piuttosto che un sapone simile a quello per le case. Anche l’aceto è una risorsa importante, per igienizzare i punti critici, come le superfici del bagno.