Nella realizzazione di un edificio, gli step finali sono dedicati al montaggio dei serramenti. In particolare, la scelta delle porte interne e dei relativi sistemi di apertura risponde ad esigenze di ordine funzionale ed estetico, per mettere in comunicazione vani diversi tra di loro e conferire una soluzione di continuità tra l’ambiente e la parete.
E’ il sistema di apertura comunemente più usato. Le porte interne, a una o due ante, in legno o in vetro, montate su un cardine, ruotano di 90° gradi e si aprono verso l’interno del vano (all’inglese, l’apertura più utilizzata) o all’esterno (alla francese). Per porte a doppio battente, a due ante, è necessario stabilire la parte fissa e quella apribile. Questo sistema di apertura è ideale se non si vuole rinunciare alla porta concepita come elemento d’arredo e se non ci sono particolari problemi di spazio, l’ingombro è infatti pari alla larghezza dell’anta.
Le porte interne possono essere anche a scorrimento, tramite una guida binaria, e scomparire all’interno dell’intercapedine ricavata nella parete, porte scorrevoli interne, o scorrere in modo parallelo al muro, porte scorrevoli esterne. In entrambi i casi l’effetto è di una presenza-assenza di un elemento che unisce o divide due vani.
Questa soluzione ad esempio, è adatta per separare una cucina importante da una sala da pranzo o per dividere un corridoio con degli ambulatori medici dalla sala d’attesa, creando un senso di continuità e al tempo stesso delimitando i confini di certi ambienti.
Le porte interne, che suddividono l’anta in più porzioni mobili impacchettandola con un movimento di scorrimento, si dicono a soffietto o a libro. Sono composte da pannelli stretti, sui 120 mm, realizzati solitamente in resina sintetica (PVC) e collegati tra loro da cerniere. L’ingombro è minimo e siccome non si hanno delle rilevanti particolarità estetiche, questo tipo di apertura si utilizza soprattutto per separare ripostigli, piccole cucine o garage.
E’ una soluzione poco usata, adatta a chi non vuole rinunciare alla porta interna di grandi dimensioni con determinate caratteristiche estetiche, ma ha a disposizione uno spazio ridotto. La porta basculante o a bilico verticale, ha un movimento ottenuto da un perno centrale a scomparsa, che permette la rotazione a 180°gradi dell’anta e la complanarità della superficie del serramento con il muro.
Un’ottima alternativa alle porte interne a battente sono le porte rototraslanti. Sono identiche al modello tradizionale con un’anta, ma senza cerniera di fianco, grazie ad un perno centrale possono ruotare e traslare contemporaneamente. Utilizzate in ambienti stretti, aumentano l’abitabilità degli spazi e sono particolarmente utili per le persone in carrozzella o con difficoltà motorie, e usate negli edifici pubblici perché agevolano l’entrata e l’uscita di un flusso di gente tramite il funzionamento a spinta.
Questa tipologia di porte è sprovvista di maniglie e serramenti, può avere una o due ante, e risponde all’esigenza di rimanere chiusa normalmente e di aprirsi sotto spinta. Adatta in modo particolare negli ambienti in cui le persone hanno spesso le mani impegnate, come le cucine di un ristorante o gli ambulatori medici.
Per motivi estetici, ad esempio in un ambiente minimale, si può optare per l’installazione di porte interne a raso della parete senza stipiti a vista. E’ un’ottima soluzione per rendere invisibili i passaggi ad ambienti secondari, quali dispense o ripostigli.